MAROTTA NON FACCIA L’OFFESO DA TEMPO TRATTAVA CON L’INTER di Marcello Chirico

Tutto vero. Marotta lascia la Juventus e se ne va all’Inter. Passa dagli Agnelli ai cinesi, dai padroni del colosso mondiale FCA a quelli della Suning, da Torino a Nanchino, dalle auto alle lavatrici, da 110miliardi di fatturato annui a 30. Con un unico scopo: mettersi nel portafoglio qualche “spicciolo” in più (dai 2 milioni presi alla Juve passerà a 3) e fare tornare grande l’Inter. Più grande della Juventus.
Perché a Milano, cinesini e bauscia sono convinti che Madama abbia dominato finora in Italia grazie a Marotta. Ergo, gli portano via il demiurgo di questo ciclo vincente e vincono loro. Elementare, Watson!

Un mese esatto fa, quando lo stesso dg bianconero annunciò il suo addio alla Juventus, scrissi in questa mia rubrica – e lo ribadii pure al “Processo del Lunedi’”, su 7Gold – che uno dei motivi, non l’unico, per i quali Marotta era stato congedato da Andrea Agnelli fu appunto l’aver scoperto le sue trattative sottotraccia con i due club milanesi, prima col Milan (che virò poi su Gadzidis) e poi con l’Inter, dove infatti il Beppe approderà all’inizio del nuovo anno. Ovviamente, sui social parecchi bollarono la notizia come bufala, perché come sempre per costoro i giornalisti sono solo giornalai, mentre al Processo fu Luciano Moggi a rubricare la mia informazione alla voce “sciocchezze”.

Un mese dopo Marotta viene liquidato con una sontuosa buonuscita dal club bianconero ed è imminente il suo approdo in quello nerazzurro. Ogni tanto provo a fare il mio mestiere e qualche risultato lo porto a casa.

Sempre in quella rubrica, mi schierai dalla parte di Agnelli, ritenendo legittima la sua decisione di non rinnovare l’incarico a Marotta, essendo stata presa sulla base di giuste motivazioni.
Venni accusato di scaricare ingiustamente, e in maniera sbrigativa, un dirigente che aveva riportato i bilanci societari in attivo, aumentato il fatturato e contribuito, con tanti acquisti azzeccati, alla composizione di una rosa sempre più competitiva e vincente.

E chi non riconosce a Marotta meriti evidenti? Se per sette anni, sugli otto complessivi della sua gestione, la Juventus ha portato a casa otto trofei, accompagnati da significativi risultati finanziari, il lavoro svolto dal dg bianconero è stato di sicuro più che positivo.

Quando però inizi a non condividere più la linea aziendale, a litigare sulle scelte di mercato, a scontrarti coi procuratori di qualche giocatore sulle modalità dei rinnovi contrattuali (per informazioni, rivolgersi, per esempio.alla Ngm Sports di Sami Khedira) e vieni pizzicato a trattare con club rivali, un divorzio diventa fisiologico.
Il discorso è sempre lo stesso: non ti piace stare più alla Juventus? Lo dici e te ne vai. Vale per i calciatori, altrettanto per i dirigenti.
Soprattutto, non fai l’offeso
 e ti presenti davanti alle telecamere dicendo che “la società preferisce puntare sui giovani”, facendo quasi capire che ti stanno cacciando. Chiaro che poi Agnelli, la proprietà o altri, si limitino semplicemente a poche parole e quattro righe di comunicato per congedarti.

Cosa può aspettarsi dalla Juventus un dirigente che decide di andarsene e passare proprio all’Inter? Dove adesso andrà a spifferare tutti i segreti, le strategie, i piani della Juventus, e quegli altri copieranno e proveranno a fregarla. Non é detto che ci riusciranno, però di sicuro il giovane e ambizioso Zang vorrà sapere tutto sul principale avversario, e proprio per questo ha scelto Marotta, per rubare le idee e far diventare l’Inter “il club più moderno, innovativo e vincente al mondo”.

Quindi, prepariamoci fin dalle prossime sessioni di mercato a duelli all’ultimo milione con la Juventus per strapparle tutti i possibili obiettivi di mercato, da Barella a Chiesa, da Martial a De Light, giocatori tra l’altro già sondati, se non addirittura trattati, proprio da Marotta.

Sarà appassionante vedere Marotta sfidare il suo ex delfino Paratici, l’uomo che ha portato alla Juve Pogba (e magari ce lo riporterà pure), Vidal, Morata , Tevez – e Marotta si prese i meriti – e la scorsa estate Cristiano Ronaldo, e Agnelli stavolta glielo attribuì pubblicamente.
Vedremo se il Beppe lavorerà meglio con Ausilio o se Paratici, con mani libere sul mercato, riuscirà a muoversi con maggiore libertà di prima, quando i tentennamenti del dg mandarono a monte per esempio l’affare Draxler, con la derisione generale dell’opinione pubblica.
Così come vedremo se Marotta sarà l’architetto del nuovo stadio dell’Inter, perché tutta la nuova storia di successi bianconeri è partita proprio da lì, da un impianto imprescindibile per il rilancio dell’immagine e del marchio Juventus, struttura che Marotta trovò già in costruzione quando arrivò a Torino.
Copiare è una cosa, progettare un’altra.

Inter is coming, but Juventus is ready!

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